Una via di mezzo sarebbe restringere l'omologazione dell'apparato alle sole prestazioni "pericolose" e lasciare libertà di modificare la componentistica interna senza alterarne l'output originario.
Il problema è tutto qui, e non è da poco. Se avessi seguito un corso per la CE, non avresti posto in questi termini la questione.
In realtà non esiste nessun calcolo teorico che ti assicuri che modificando anche solo un componente (e spesso parliamo dello switching di alimentazione) tu non vada fuori le specifiche degli standard. E appunto, non esistendo la matematica certezza di ciò che un concatenamento di eventi possa generare, esistono gli standard di misura a cui riferirsi.
L'esempio classico che a tutti i corsi fanno, è "l'ambulanza", oggetto assai complesso, legato alla ns sopravvivenza in caso di emergenza.
L'ambulanza è un prodotto (perchè di prodotto finito si tratta) composto da una infinita serie di dispositivi di sicurezza e medicali, tutti ovviamente certificati e stracertificati. Cosa ti dice, a priori, che mettendo insieme, dentro un mezzo mobile, tutti questi dispositivi elettronici, non si verifichi una situazione tale da rendere uno di questi strumenti incompatibile con un altro ? (il defibrillatore con l'alternatore ecc ecc). E se questa incompatibilità causi di fatto la morte del trasportato ?
Come vedi, si parla di "presunzione di conformità" ovvero tu presumi che, dato uno specifico "fascicolo tecnico di progettazione" il tutto debba funzionare in maniera ottimale, ma non esiste sistema per certificarlo a priori. Allora in questo caso entrano in gioco le norme, che prevedono di eseguire l'unico processo (al limite delle ns attuali conoscenze) che possa metterci al riparo da eventuali incompatibilità o comportamenti errati del sistema "prodotto". Ovvero i test di misura !
Non si tratta di un problema solo italiano, ma è un processo accettato il tutto il mondo (FCC, CE, NEBS, VCCI ecc ecc). Un esempio calzante ed estremo, non so se guardi mai su Sky "indagini ad alta quota", li si verifica sempre ciò di cui stiamo parlando, ovvero come un componente, seppur banale e marginale, non testato, provoca le peggio sciagure aeree. Una volta si è incendiato un sistema di intrattenimento di bordo aggiunto successivamente all'aereo.
Ma è inutile parlare di questo. Quello che voglio dire, è inutile parlare di norme se nessuno le segue, e se ci sono un motivo c'è. L'anomalia che dite voi, non è che qualcuno si approfitta dei prezzi ecc ecc, queste sono tutte cazzate e servono solo a sminuire il lavoro dei vendor, a scapito di chi se ne sbatte altamente di tutto, e dei wisp che non hanno un piano industriale degno di questo nome.
Se pensate che NGI (Eolo) usa solo apparati Alvarion (i + costosi) abbinati ad antenne MTI (le + costose) ed è il + grande WISP italiano........ vedete che non regge.
Ritornando al Nventa, che vende anche Alvarion, dovrebbe conoscere bene il suo manuale e la sua CE, dove bene si evince che le uniche antenne utilizzabili, sono quelle presenti nel manuale e sue integrazioni. Quindi non sono leggende, ma norme internazionalmente riconosciute, basate su precisi standard e premesse atte ad evitare possibili incidenti o comportamenti anomali.
Saluti
C.